Lorien rinnova il suo Osservatorio con la rilevazione di Marzo (condotta tra il 29 e il 31) nella settimana seguenta agli attentati che hanno sconvolto l’Europa e la città di Bruxelles.
A questo si aggiunge nuovamente, già dalla settimana seguente il tema dei profughi siriani, dopo l’accordo stretto con il governo Turco. Questi temi permangono ai primi posti nel ricordo degli italiani. Mentre ancora risulta ancora quasi non pervenuto il referendum sulle Trivelle nel mediterraneo.
Cresce dunque la paura collettiva e il senso di insicurezza, mentre sempre più cittadini si dichiarano completamente disposti a rinunciare ad una parte consistente delle proprie libertà e della propria privacy per sentirsi più sicuri. La guerra che abbiamo di fronte per i prossimi anni a venire sarà dunque sempre più una guerra di intelligence, ma anche un conflitto (tutto interno) tra i valori di libertà che si vuole difendere e il bisogno di protezione.
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GLI INDICATORI ECONOMICI E DI FIDUCIA
Gli indicatori di Lorien sulla percezione economica dei cittadini confermano gran parte degli indicatori ufficiali diffusi recentemente: innanzitutto i segnali di ripresa degli indicatori che erano entrati in profonda flessione alla fine del 2015. Rimane fortemente negativo il giudizio complessivo sullo stato della situazione economica dell’Italia.
Crescono anche le previsioni di miglioramento economico e della situazione lavorativa delle famiglie italiane, mentre torna finalmente a salire anche il tasso previsionale di risparmio (attenzione: è pur sempre un indicatore in negativo, ma possiamo osservare una importante inversione di tendenza).
Tuttavia gli indici di consumi permangono negativi.
Quali conseguenze più o meno dirette osserviamo sulla fiducia degli italiani? L’indice di fiducia nel futuro (così come il giudizio sul Governo) appaino in nettissimo calo.
Tra le istituzioni cresce il gap tra chiesa e papato, mentre si rende sempre più evidente il problema della estrema sfiducia nel sistema della rappresentanza (parlamento, sindacati e partiti) e nei confronti degli interessi finanziari (banche e d assicurazioni).
TERRORISMO E SICUREZZA
Abbiamo già potuto osservare come ultimamente rimanga particolarmente vivo il ricordo degli attentati, soprattutto quando questi avvengono in luoghi vicini. L’esito degli attentati di Bruxelles conseguentemente prevedibile e di fortissimo impatto sull’opinione pubblica: risulta altresì elevata e in crescita la preoccupazione per la possibilità di attentati in Italia.
Più della metà degli italiani ritiene che gli attentati terroristici nel mondo aumenteranno, mentre ben l’81% si dichiara preoccupato per il rischio di attentati in Italia (erano il 75% solo due mesi fa) e addirittura più di 1 italiano su 4 si dichiara “molto preoccupato” con un incremento del 10%
In generale sui fatti di Bruxelles gli italiani ritengono che fossero prevedibili e forse evitabili (pur consci delle difficoltà). Una netta maggioranza ritiene infatti che ci sia stata una responsabilità delle forze di polizia europee e della capitale.
Inoltre permane aperta la questione dell’ingresso e della presenza dei terroristi in Europa: il 54% si dichiara infatti convinto che che l’immigrazione da Africa e Medio Oriente aumenti rischio attentati.
Le conseguenze della paura del terrorismo sono evidenti: già dopo i fatti di Parigi l’indicatore dell’equilibrio tra la salvaguardia di privacy e libertà personali e il bisogno di sicurezza collettivo si era fortemente spostato a favore del secondo. Oggi, pur permanendo lo stesso valore medio di circa 6.5 su 10, l’indicatore si estremizza nella sua distribuzione con ben il 18% degli italiani disposti a rinunciare completamente alle proprie libertà per una maggiore sicurezza.
GLI INDICATORI POLITICI
Renzi, nonostante le difficoltà oggettive, gode ancora della crisi dei suoi avversari potenziali:
- il M5S in declino dopo i fatti di Quarto registra un lieve aumento del suo bacino potenziale, senza tuttavia crescere in termini di intenzioni di voto;
- nel centrodestra viceversa, il bacino complessivo di voti dal quale attingere continua a ridursi mentre crescono e si rafforzano le intenzioni di voto (soprattutto per la rinnovata vitalità di Forza Italia);
- lo stop della Lega (in seguito alle tensioni con Forza Italia) fa esattamente il paio con la difficoltà di tutta la coalizione a trovare unità sotto la leadership di Salvini. Si tratta di una quota consistenti di ex-elettori che allo stato delle cose potranno ancora essere riconquistati se non si rivolgeranno ad un’alternativa più credibile (rischio di una migrazione di voti verso il M5S in funzione anti-Renzi).
Allo stesso modo, tra i leader politici, il calo è piuttosto generale (ad eccezione proprio di Silvio Berlusconi che sul caso di Roma ha ritrovato una propria centralità).
Per la pubblicazione dei risultati o eventuali chiarimenti non esitate a contattarci.
Matteo Pietripaoli
Area Lorien Public Affairs
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