Siamo lietissimi di presentarvi una nuova rilevazione dell’Osservatorio Lorien in una veste grafica parzialmente rinnovata.
In seguito al riemergere del tema della corruzione della classe politica nell’ultimo mese e dell’apertura del fronte sul Referendum Costituzionale di ottobre da parte del Premier Renzi, Lorien ha chiesto nuovamente agli italiani di esprimersi su alcuni punti cruciali.
Emerge l’immagine di un Paese fortemente disilluso nei confronti della politica: convinti che la corruzione sia ormai un fenomeno endemico ed inevitabile nella vita politica italiana, favorevoli ad un uso frequente di strumenti di democrazia diretta, quali i referendum, di fronte ad una politica non percepita come capace di fare gli interessi della collettività, ma al tempo stesso sempre meno propensi a partecipare e piuttosto disinformati sui meccanismi democratici.
Ma ad oggi la preoccupazione degli italiani non è certo rivolta al tema referendario quanto al flusso crescente di profughi sulle coste italiane e al problema di affrontare un’emergenza sociale prima ancora che umanitaria.
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GLI INDICATORI ECONOMICI E LA SITUAZIONE ATTUALE DEL PAESE: risparmio e consumi in calo e Governo Renzi al minimo storico
Prima di tutto la situazione attuale del paese, secondo la visione degli italiani: il complesso degli indicatori di percezione economica sono in netto calo, scendono nuovamente anche gli indicatori sulla previsione di risparmio e consumi futuri.
Solo le previsioni di miglioramento lavorativo si mantengono su tassi positivi, mentre torna a scendere il tasso di miglioramento economico personale (-2% rispetto a 2 mesi fa), mentre è sempre più in negativo anche l’indice previsionale di risparmio (con un differenziale di -25%).
Giudizio sull’operato del Governo e l’indice di Fiducia nel futuro sono ancora in netto calo: il Governo Renzi permane al minimo storico con il 36% di giudizi positivi.
Come anticipato, oltre al caso dell’aereo Egypt-Air, permane ai primi posti nel ricordo e nelle preoccupazioni degli italiani il tema dei migranti. Esso rappresenta ormai una costante destinata a rimanere al centro dell’attenzione con l’intensificarsi degli sbarchi previsto.
Il referendum costituzionale, al centro della discussione politica dopo l’apertura del fronte del si ad opera di Renzi, non è ancora presente in maniera così forte nella mente degli italiani. Tema che sicuramente andrà invece ad intensificarsi dopo l’estate.
GLI INDICATORI POLITICI: si rafforza il M5S, elezioni amministrative test decisivo
Dopo il breve calo di aprile si rafforza nuovamente il M5S arrivando molto vicino al livello di consenso del PD. L’esito delle prossime amministrative sarà dunque determinante anche a livello nazionale, non tanto nei risultati effettivi, quanto nella interpretazione prevalente che gli italiani daranno dei risultati. Si potranno ridefinire alcuni equilibri politici e potrebbero modificarsi le percezioni sul sentiment prevalente nell’elettorato.
Non è un caso che le recenti notizie di ulteriori casi di corruzione a livello amministrativo rafforzano la consapevolezza ormai persistente dei cittadini: la corruzione è diffusa e persistente in tutto il Paese (48%) o addirittura tutta la classe politica è corrotta (24%), questa consapevolezza riduce altresì il pensiero che si possano cambiare realmente le cose. Tant’è che il 21% lo ritiene un fenomeno inevitabile.
LE RIFORME E IL REFERENDUM: critici sulla riforma e disillusi nella capacità della politica di fare gli interessi collettivi
Gli italiani si dimostrano molto attenti al tema della Riforma Costituzionale, ad oggi il 40% ritiene di averne capito i contenuti.
Tuttavia l’opinione è per lo più negativa: il 45% esprime infatti un giudizio negativo (contro il 38%). Per la maggior parte ritengono giusto che Renzi leghi il risultato del referendum alla sua permanenza a Palazzo Chigi, un risultato negativo sarebbe infatti decretare il fallimento del suo piano di riforme.
Gli italiani sono a conoscenza del referendum, ma non sono altrettanto consapevoli dei meccanismi di voto e la maggior parte ritiene che sia necessario raggiungere un quorum perché sia valido. Questo porrà un netto problema al “fronte del no”, che dovrà spiegare l’importanza di recarsi alle urne anche contro la riforma.
Nonostante una partecipazione non sempre elevata nelle ultime consultazioni referendarie, molti italiani (55%) sono favorevoli ad un utilizzo frequente del referendum come segno di sfiducia nei confronti della classe politica e soprattutto della sua capacità di fare realmente gli interessi della collettività.
Circa il 41% ritiene che solo una maggioranza rafforzata (superiore al 50% degli aventi diritto) rappresenterebbe una soglia di legittimazione accettabile per la democrazia. Viceversa il 31% ritiene che una maggioranza relativa tra chi partecipa sia già una soglia sufficiente.
Per la pubblicazione dei risultati o eventuali chiarimenti non esitate a contattarci.
Matteo Pietripaoli
Responsabile Osservatorio Lorien e Area Public Affairs
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